Quando Morpheus mi ha chiesto di scrivere un racconto con lui, inizialmente l'ho ignorato.
Con gli uomini sono molto selettiva e ricerco qualità specifiche, se posso faccio sesso solo con uomini di una certa altezza,sopra il metro e novanta, di un certo peso, perché amo la pancetta, e magari intelligenti.
Vi assicuro che non è facile trovare uomini che rispondano a questi canoni, e siccome non posso non fare sesso, spesso mi adatto a quel che trovo, si quelle patetiche mezze seghe con cui fingi dall'inizio alla fine. Siccome dobbiamo parlare di sesso appagante, sorvoliamo.
Un giorno in cui “mi sarei scopata anche il manico della scopa” (cosa che non farei mai, perché è troppo sottile e a me le dimensioni piacciono importanti... non si era capito vero?) cazzeggiando su You porn con messenger aperto, ho cominciato a scherzare con lui.
Non amo le cose virtuali, perchè a me piace sentirlo, toccarlo, leccarlo..... ma gli ho chiesto incuriosita di farsi vedere in cam.
Non è stato facile convincerlo, ma alla fine ci sono riuscita.
Mi permetto di ringraziare i produttori di pc che installano le cam integrate su quasi tutti i pc portatili, se non ci fosse stata forse non si sarebbe fatto vedere.
Credo non fosse convinto di quello che gli stavo dicendo ma quando mi ha visto, ha capito che non scherzavo.
Nuda sul divano, con le dita che si muovevano dentro e fuori la mia fica.
Pagherei per sapere che ha pensato quando mi ha visto.
Chattare non è stato così semplice, perchè tutte le volte che dovevo digitare qualcosa sulla tastiera dovevo scriverlo con la sinistra o leccarmi le dita della mano destra per non imbrattare la tastiera del pc.
Cosa pensasse lui del mio sorriso e del siparietto sexy che si stava gustando, non l'ho capito.
La sorpresa però me l'ha fatta lui abbassando la cam e facendomi vedere il suo cazzo che svettava verso l'alto.
Appena l'ho visto avrei leccato il monitor, così proporzionato e armonico, l'ho trovato da subito molto bello.
Di certo non aveva senso chiedergli di descriversi visto che lo vedevo, “Quanto sei alto?” l'unica domanda sensata che mi era venuta in mente. “1,91”.
Mi sono passata la lingua sulle labbra “Voglio il tuo cazzo” la mia risposta.
Lui.... fatto per scoparmi, alto, con la pancetta, intelligente (molto) e con quella punta di perversione che non posso non adorare..... L'amante perfetto!!!
Da quel giorno non ho pensato ad altro. L'idea di scrivere il racconto mi sarebbe tornata utile.
Un paio di giorni dopo lo ritrovo su messenger, gli propongo di scrivere quel racconto assieme specificando che sarebbe stato necessario un incontro; “Mi piacerebbe conoscerti di persona” Sembrava quasi un invito casto.
Di certo non potevo dirgli quello che mi passava per la testa “Ho visto il tuo cazzo, e lo voglio. Voglio sentirlo farsi strada dentro di me”.
Ho scelto io il luogo dell'incontro, un parcheggio, di sera.
Quando arrivo lui è già li, in macchina.
Gli parcheggio accanto e mentre spengo la macchina, lui scende e si avvicina alla mia portiera.
Non ha mentito sull'altezza e le proporzioni me le ricordo benissimo, il solo pensiero delle dimensioni del suo cazzo mi fa eccitare.
Scendo dall'auto dissimulando al meglio la mia eccitazione e mi propongo di sostenere una conversazione decente; “Ciao, posso vedere il tuo cazzo?” non mi pare adeguato.
M- Ciao.-
E- Ciao.-
Conversazione impegnata
Lo guardo, mi bagno le labbra. Non ho ancora chiuso la portiera della macchina, ma non posso aspettare oltre.
E- Scusami.- biascico, perché io sono una persona educata.
Gli butto le braccia al collo, lo tiro a me, lui non oppone resistenza, lo bacio.
Le sue labbra schiuse lasciano entrare la mia lingua, le nostre lingue si intrecciano, schiaccio il pube contro il suo, sento la sua eccitazione, e mi spingo ancora più verso di lui, per sentirla meglio, mentre ci scambiamo un bacio rovente e profondo pieno di reciproco desiderio.
Sono eccitata all'inverosimile sento le cosce umide dei miei umori e rimpiango di non aver messo l'intimo.
M- Andiamo!-
E- Prendo.... la borsa.- Mi giro, per prendere la borsa che è sul sedile passeggero, mantenendo le gambe tese leggermente aperte, il culo all'indietro.
La sua mano risale l'interno cosce umido, resto immobile, la sento scivolare ad accarezzare la mia fica, è umida, intrisa della mia eccitazione.
Mi strappa un urlo, quando mi infila il pollice nel culo, indice e medio nella fica.
Per pochi attimi, troppo pochi, vorrei continuasse, ma non è il luogo adatto.
Prendo rapidamente la borsa, e salgo nella sua macchina.
Non ho voglia di chiedergli nulla, non fa a tempo a mettere in moto che le mie mani vanno a slacciare i pantaloni e a liberare l'oggetto del mio desiderio.
Stupita, meravigliata appena è nella mia mano -E' bellissimo.- Gli dico guardando il suo cazzo.
Faccio scendere un po' di saliva e poi lo faccio scivolare completamente in bocca.
Le mie labbra scorrono lungo il suo sesso, mentre con la mano destra alzo quel tanto che basta la gonna e faccio scivolare dentro di me prima due, poi tre dita, cercando di attenuare quel senso di vuoto, quel desiderio di cazzo.
I miei gemiti sono soffocati, il suo respiro appena alterato, mi muovo sul suo cazzo con la passione e la dedizione che merita.
Mi fermo un attimo e lo ricopro di lunghe lappate, per poterlo ammirare completamente, poi ritorno a stringerlo completamente tra le labbra.
La mia bocca e le mie dita si muovono più velocemente, assecondando il mio piacere, sento il calore crescere progressivamente partendo dall'addome irradiandosi in tutto il corpo.
Il suo cazzo affonda fino alla mia gola, le mie dita si muovono sempre più in profondità.
Mi manca quasi il fiato, quando l'orgasmo mi travolge, fatico a deglutire la saliva che cola sul suo pube. Alzo la testa per respirare, ma lui la spinge verso il basso.
Mi dedico esclusivamente a lui stringendolo tra le labbra e giocandoci con la lingua.
La sua mano si impossessa della mia testa e comincia a scoparmi la bocca, sempre più velocemente, lo sento ansimare, gemere, sempre più intensamente.
Il suo cazzo pulsa tra le mie labbra mentre il suo piacere si riversa in me.
Deglutisco e mi muovo delicatamente, alzo lo sguardo cercando il suo -Ci siamo fermati?- esclamo. Non me ne ero proprio accorta.
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Tua
Mi mancano le tue mani sul mio corpo
Mi manca poterti mordere
Mi manca sentirti dentro di me
Mi manca essere completamente tua
Mettermi a stirare le tende che hanno l'odore del tuo negozio, è frustrante.
Nella mia mente si accavallano pensieri e ricordi, confusi e disordinati.
Ricordo la decisione con cui mi hai preso e mi hai spinto la seconda volta e non sai quante volte l'ho desiderato in questi due anni.
Riesco a sentire sotto le mani il tessuto della poltroncina, il mio respiro alterato, la tua mano che mi tiene i polsi, tu che riesci anche a parlare mentre la mia testa è completamente vuota (ti assicuro che è una gran bella sensazione), la tua pelle sotto i miei denti, la mia mano che afferra il tuo polso mentre porto le tue dita alla bocca per succhiarle, le tua mano a tapparmi la bocca, le tue dita nel mio culo, la tua mano sul mio collo (e continuo ancora a chiedermi se è stato solo un caso), il mio protestare con il tuo cazzo piantato in gola, la tua mano che mi stringe i capezzoli, le tue dita sulle mie labbra.
L'immagine più bella è guardarti mentre la mia lingua scivola sul tuo cazzo.
Ma tu sei molto più di questo, sei devastante come uno tsunami.
Odio quando mi mandi in bianco, ma ogni tuo “no” implicito o esplicito fa aumentare esponenzialmente la voglia che ho di te. E' veramente frustrante, ma non posso fare a meno di te.
Nessuno si è mai permesso di dirmi di no, ho sempre scelto e preso ciò che volevo decidendo tempi e modi ma ….. non mi sono mai sentita veramente appagata.
Ora …. tu ….. sei fantastico (perchè non l'ho ancora detto ma era chiaro)
Ora...... io....... sono dall'altra parte della barricata, sai che puoi fare di me ciò che vuoi. I modi e i tempi li decidi solo tu.
L'effetto sconvolgente che hai su di me l'hai chiamato chimica. Io resto della mia idea, tu sei fantastico!!!!!!!
Mi fai sentire TUA, senza limiti e viva.
Ti ho già detto che sei fantastico? Te lo scriverò anche sulla macchinetta del caffè.....ora trema.
Non ho parlato del tuo cazzo, perchè non serve, perchè magari farò un secondo capitolo o semplicemente perchè adoro il tuo cazzo (e ti assicuro che lo adoro veramente) ma sono i piccoli dettagli quelli che mi fanno impazzire.
Ti avevo chiesto una canzone, perché sai io ho i miei rituali, che tu non conosci.
Bicchiere di vino rosso, racconto erotico (il più delle volte uno di Morpheus che è la mia garanzia), leggero sottofondo musicale, vibratore.
La scelta della canzone di sta sera...... rispecchia alla perfezione quello che tu mi fa provare
“tu mi porti sul settimo cielo
tu mi accendi il fuoco dentro sai
tu mi prendi come nessun altro ha fatto mai
tu mi porti sul settimo cielo
e mi fai bollire il sangue ormai
tu mi fai morire un poco quando te ne vai”
A proposito, non mi è mai importato nulla del luogo, mi interessa solo essere TUA.
Mi manca poterti mordere
Mi manca sentirti dentro di me
Mi manca essere completamente tua
Mettermi a stirare le tende che hanno l'odore del tuo negozio, è frustrante.
Nella mia mente si accavallano pensieri e ricordi, confusi e disordinati.
Ricordo la decisione con cui mi hai preso e mi hai spinto la seconda volta e non sai quante volte l'ho desiderato in questi due anni.
Riesco a sentire sotto le mani il tessuto della poltroncina, il mio respiro alterato, la tua mano che mi tiene i polsi, tu che riesci anche a parlare mentre la mia testa è completamente vuota (ti assicuro che è una gran bella sensazione), la tua pelle sotto i miei denti, la mia mano che afferra il tuo polso mentre porto le tue dita alla bocca per succhiarle, le tua mano a tapparmi la bocca, le tue dita nel mio culo, la tua mano sul mio collo (e continuo ancora a chiedermi se è stato solo un caso), il mio protestare con il tuo cazzo piantato in gola, la tua mano che mi stringe i capezzoli, le tue dita sulle mie labbra.
L'immagine più bella è guardarti mentre la mia lingua scivola sul tuo cazzo.
Ma tu sei molto più di questo, sei devastante come uno tsunami.
Odio quando mi mandi in bianco, ma ogni tuo “no” implicito o esplicito fa aumentare esponenzialmente la voglia che ho di te. E' veramente frustrante, ma non posso fare a meno di te.
Nessuno si è mai permesso di dirmi di no, ho sempre scelto e preso ciò che volevo decidendo tempi e modi ma ….. non mi sono mai sentita veramente appagata.
Ora …. tu ….. sei fantastico (perchè non l'ho ancora detto ma era chiaro)
Ora...... io....... sono dall'altra parte della barricata, sai che puoi fare di me ciò che vuoi. I modi e i tempi li decidi solo tu.
L'effetto sconvolgente che hai su di me l'hai chiamato chimica. Io resto della mia idea, tu sei fantastico!!!!!!!
Mi fai sentire TUA, senza limiti e viva.
Ti ho già detto che sei fantastico? Te lo scriverò anche sulla macchinetta del caffè.....ora trema.
Non ho parlato del tuo cazzo, perchè non serve, perchè magari farò un secondo capitolo o semplicemente perchè adoro il tuo cazzo (e ti assicuro che lo adoro veramente) ma sono i piccoli dettagli quelli che mi fanno impazzire.
Ti avevo chiesto una canzone, perché sai io ho i miei rituali, che tu non conosci.
Bicchiere di vino rosso, racconto erotico (il più delle volte uno di Morpheus che è la mia garanzia), leggero sottofondo musicale, vibratore.
La scelta della canzone di sta sera...... rispecchia alla perfezione quello che tu mi fa provare
“tu mi porti sul settimo cielo
tu mi accendi il fuoco dentro sai
tu mi prendi come nessun altro ha fatto mai
tu mi porti sul settimo cielo
e mi fai bollire il sangue ormai
tu mi fai morire un poco quando te ne vai”
A proposito, non mi è mai importato nulla del luogo, mi interessa solo essere TUA.
Una giornata come tante
12.59
Metto tutto nell'astuccio eccetto la penna con cui sto prendendo gli appunti della lezione.
13.01
Infilo nello zaino tutto quello che è sotto il banco, finalmente tra poco lo vedrò.
13.03
Ho smesso di prendere appunti e penso solo a lui.
13.05
Suona la campanella, al “Continuiamo domani” del professore, quasi la metà dei miei compagni è fuori dalla classe.
Infilo gli ultimi libri nello zaino e mi avvio verso l'uscita.
Le classi si riversano nei corridoi, mi passano accanto, quella frenesia non mi appartiene.
So che finalmente lo rivedrò, come tutti i giorni, lui passerà a prendermi.
La nostra è una relazione complicata i miei non sanno di lui e nemmeno i miei amici lo conoscono, non posso correre il rischio che i miei vengano a conoscenza della nostra relazione.
Esco dalla scuola e mi dirigo con molta calma verso il nostro punto d'incontro, a meno di 200 m dalla scuola c'è un piccolo parco giochi, ed è li che tutti i giorni lo aspetto da quasi 2 anni.
Mi siedo sull'altalena, di solito lui si ferma proprio difronte a me e io lo raggiungo in macchina.
Aspetto meno di qualche minuto, ad occhi chiusi assaporo il dolce tepore di questo primo sole di primavera.
Riconosco l'odore del fumo delle Malboro, apro gli occhi e non c'è nessuno, mi giro lentamente seguendo l'odore del fumo prima che possa vederlo sento la sua voce “Ciao piccola.”,sospiro, gli sorrido, mi porge il pacchetto delle sigarette, io inclino la testa e mi inumidisco le labbra lasciandole socchiuse.
Le sue labbra si poggiano sulle mie lasciandomi piacevolmente eccitata, come sempre, le nostre lingue si intrecciano per pochi piacevoli attimi. “Dai piccola andiamo”.
Raccolgo lo zaino e lo seguo mantenendo qualche metro di distanza.
Controllo per un attimo in giro prima di salire in macchina.
Mette in moto e ci allontaniamo.
Non smetto di guardarlo, è così bello. Il mio è un giudizio obbiettivo e non soggettivo, alto poco più di 1,90 capelli scuri e occhi blu come il mare ora nascosti dagli occhiali scuri, amo il suo corpo scultoreo anche se lo preferirei con un po' di pancetta, e so che molti mi odieranno, però le proporzioni esistono e io VENERO il suo cazzo.
“Finiscila di guardarmi!” mi dice accarezzandomi dolcemente i capelli
“Non posso sei così bello. E mi sei mancato tanto.”
La sua mano calda va ad accarezzarmi la nuca..... il collo.... massaggiandolo leggermente.
Mi mordicchio il labbro inferiore, so cosa vuole, di certo non è una novità, la storia si ripete tutti i giorni.
Le mie mani vanno ad accarezzare il cavallo dei pantaloni a percepire la sua eccitazione, per poi aprire la cintura, i jeans, lo guardo mentre la mano va a liberare il suo cazzo, quel suo mezzo sorriso, senza nemmeno guardarmi mentre continua a guidare.
La mia mano scorre lungo l'asta esercitando una leggera pressione come faceva prima lui con il mio collo, gli sorrido, mi guarda e fa scivolare il pollice sulle mie labbra “Quanto mi piacciono”.
La sua mano si ferma e naturalmente comincio a leccare e succhiare le sue dita, cercando il suo sguardo, cercando di distrarlo dalla guida, lo sa che vorrei altro, lo sa che vorrei che mi scopasse subito, appena ci vediamo “Ti prego” gli chiedo quando sfila le dita dalle mie labbra.
“Dopo.... dopo ci sarà tutto il tempo piccola” so che è vero, non mi delude mai, poi c'è sempre tempo per me.
Mi bagno le labbra, che vanno ad avvolgere il suo cazzo, mi soffermo un attimo sul glande, per poi far scivolare quasi tutto il suo cazzo in bocca.
Sentirlo in gola, trattenere il respiro per qualche secondo, mentre la sua mano va ad accarezzare i mio fianco, mi fa eccitare in modo assurdo.
Ho voglia di lui, ho tantissima voglia di lui, non capisco perché solo lui mi fa sentire così.
Mi apro i jeans mentre contino a muovermi lentamente sul suo cazzo, con la mano li scosta quel tanto che basta per infilare la mano ed andare ad accarezzare la mia fica, per sentire la mia eccitazione aumentare.
Spingo il bacino verso la sua mano, abbandono per un attimo il suo sesso, lo guardo e gemo quando le sue dita mi penetrano.
Gioco un po' con la lingua, la faccio scorrere sul suo cazzo,so che non lo ama particolarmente e le sue dita, ferme, immobili dentro di me ne sono la prova.
Lo riprendo in bocca e comincio un lento movimento su e giù, e le sue dita si muovono dentro e fuori di me in sincrono.
Aumento e diminuisco la velocità a mio piacere e lui segue il mio ritmo alla perfezione.
Vorrei protestare quando le sfila da me, la sua mano va ad afferrare la nuca, a dettare il ritmo più sostenuto ed ogni volta il suo cazzo sbatte sulla mia gola.
Lo sento pulsare, la sua mano allenta la presa e mi permette di farlo scivolare sulla lingua mentre un primo fiotto mi riempie la bocca.
Mi fermo per qualche attimo cercando di deglutire, mi muovo piano e cerco il suo sguardo di approvazione.
La sua mano torna ad accarezzarmi i capelli.
“Siamo da soli oggi?” Gli chiedo, mentre la mia lingua continua a giocare con il suo cazzo.
“No piccola, i ragazzi sono già li per le prove.”
Abbandono il suo cazzo, mi siedo sul mio sedile, mi metto la cintura e incrocio le braccia.
“Non fare così, lo sai che un po' di tempo per te lo trovo sempre. E poi tu non devi studiare?” Mi guarda mi sorride, fatico a tenere il broncio. Quando mi accarezza la gamba gli sorrido.
Io vorrei poter restare sola con lui tutto il pomeriggio.
Parcheggia la macchina fuori della palazzina in cui abita, prima di scendere mi bacia appassionatamente, scendo, prendo lo zaino, chiudo la portiera dietro di me e mi appoggio su di essa. Non mi va di fare sesso con lui con i suoi amici nella stanza accanto, a volte (spesso) capita, ma fatico a lasciarmi andare.
Lui si avvicina di appoggia accanto a me ed accende una sigaretta.
Salgo il gradino del marciapiede e mi appoggio a lui, strusciando il pube sul suo, lui mi soffia addosso il fumo “Che facciamo?” mi chiede, io lo guardo sconsolata, la mano che ha libera si infila nei miei jeans, scivola tra il solco delle natiche.
Mi guarda, butta la sigaretta a terra soffiando il fumo sul mio viso e poi scende a mordicchiarmi il collo “In ascensore!” dice . Sorrido, sorrido, sorrido,i miei occhi brillano di felicità, mi dirigo verso l'entrata della palazzina, lui mi da un energica pacca sul sedere.
Entro in ascensore, premo il tasto 3 e lui subito dopo di me preme il tasto stop.
Butto lo zaino sul pavimento, le sue mani vanno ad aprirmi i pantaloni che scivolano sul pavimento, le sue dita accarezzano le mie labbra, le lecco, le succhio, hanno ancora il mio sapore e mi eccita ancora di più.
Le sue mani vanno a prendere i miei fianchi e mi volta con il viso a pochi centimetri dallo specchio.
Letteralmente grondante, gemo quando mi penetra con due dita, lo guardo riflesso nello specchio, quando il suo cazzo va a sostituire le dita mi manca quasi il respiro, ma non distolgo lo sguardo dal suo riflesso, quando le porta alle labbra e le assapora, mi fa impazzire.
Il suo sguardo, i suoi gesti, nulla lasciato al caso, tutto quello che fa lo fa per farmi eccitare e ci riesce fin troppo bene.
Il mio bacino si muove in armonia con il suo, le sue dita scivolano sulle mie labbra, per me è in possibile non mordicchiarle, succhiarle, leccarle.
Guardo le nostre immagini riflesse nello specchio, sento l'eccitazione salire, l'orgasmo crescere dentro di me affondo dopo affondo, le sue mani stringono con forza i miei fianchi.
La mente si svuota per poter assaporare ogni brivido di piacere, gemo, ansimo, inarco la schiena, chiudo gli occhi e mi lascio andare all'orgasmo.
Le sue mani si spostano e vanno a sorreggermi, alzo il busto, volto lo sguardo e cerco le sue soffici labbra.
Con una mano mi cinge la vita, con l'altra mi accarezza dolcemente i capelli, mentre le nostre lingue si cercano, si toccano, si intrecciano. “Ora stai buona per un oretta?” mi dice sorridendo “Annuisco” mentre scivola fuori di me, mugolo in segno di protesta.
Preme il tasto del terzo piano, mi rivesto in fretta, come sono abituata a fare.
Lui esce dall'ascensore prendendomi lo zaino, io lo seguo e mi stiracchio mentre lui apre la porta di casa.
--
Entro per prima in casa.
Sul divano i ragazzi della band, sul tavolino qualche pezzo di pizza.
“Ciao ragazzi!” dico sorridente.
“Ciao Emma.” rispondono in coro.
In televisione un video, riconosco l'audio, non mi serve vedere per capire cosa stanno guardando.
Vado a sedermi in mezzo a loro, mentre Luca appoggia il mio zaino accanto al tavolo della cucina.
“Posso spegnere la TV?” chiedo, sapendo già la risposta
“Nooooo.” risposta ovvia
Luca prende un pezzo di pizza e me ne offre uno. “Ma come faccio con quello alla TV.”
“Ci sei anche tu.” risponde lui, come se stesse parlando di un filmino della cresima.
“Ci siamo noi.” Lo correggo
“Ci siamo noi che scopiamo.” Mi corregge
Sospiro, abbasso lo sguardo. Si avvicina a me, nessuno di loro parla, stanno guardando il video, ma credo che il silenzio sia voluto e attendano la reazione di Luca.
Si mette difronte a me e con un dito mi alza il mento, il suo sguardo è serio, il mio leggermente obliquo, un po' imbronciato “Se non vuoi mangiare non lo fare, ma guarda il video.”, distolgo lo sguardo dal suo prima di rispondergli “Non voglio.”
Aspetta fino a quando il mio sguardo ritorna su di lui“Ti ho detto di guardarlo!”
“Va bene.” è l'unica cosa che riesco a dire.
Mi chiedo costantemente perché non riesco a dirgli di no, a cominciare dalla videocamera piazzata in camera e da quella nella stanza dove provano.
Almeno una volta la settimana mi ritrovo sul quel televisore, ma non riesco a farci l'abitudine. (Scopo spesso con tutti i ragazzi della band, non credo sia questo il problema, ma dover stare li con loro a guardare il video.... non mi piace molto, di sicuro meglio stare li a guardarlo con loro che essere da sola a guardarlo con Luca).
Gli attimi di silenzio finiscono subito, si ride e si scherza, Matteo è sempre il più carino e mi fa mille complimenti, è sempre dolce e gentile con me.
Marco quello più diretto, che con il boccone ancora in bocca mi dice “Sei migliorata molto, non sei più il pezzo di marmo di un anno fa.” ma non ho capito se è essere un complimento o cosa.
Per mia fortuna di solito devo vedere solo gli ultimi 15-20 minuti, poi loro si dedicano alla musica e io a studiare, dopotutto ai miei ho detto che sono da un amica.
Tiro un sospiro di sollievo quando Matteo interrompe il video, ormai alla fine, dicendo “Dai che è ora di provare!” mi sorride e mi fa l'occhiolino, è proprio un tesoro.
Luca è l'ultimo ad andarsene, si avvicina, un bacetto sulle labbra “Vai a metterti quello che c'è sul letto!” Gli sorrido, immagino cosa ci possa essere sul letto “Subito.” rispondo.
Entro in camera e sul letto il reggiseno e perizoma blu con dei ricami bianchi, autoreggenti e la sua camicia blu.
Non perdo tempo, mi spoglio, vado in bagno, mi faccio una doccia veloce, metto la crema per il corpo leggermente perlata, il fondotinta, l'ombretto chiaro, il mascara e il rossetto viola scuro, il preferito di Luca.
Torno in camera e indosso quello che lui mi ha preparato, mi guardo allo specchio, o forse sarebbe meglio dire agli specchi che nella sua camera sono ovunque, e riesco a vedere la mia immagine da più angolazioni.
Mi metto a studiare in cucina, mentre loro continuano a suonare.
La camicia è intrisa del suo odore e mantenere l'attenzione sui libri è così difficile.
Sento passare qualcuno alle mie spalle, le sue mani si fermano sulle mie spalle, mugolo, inconfondibile il tocco di Matteo.
Le sue mani scivolano sopra mia camicia lungo le braccia “Mi dai una mano con le birre?” mi chiede subito prima di cominciare a baciarmi il collo.
Gemo, non so se dirgli si o no, non mi interessa la birra, le sue mani vanno a sbottonare la camicia, con un dito segue il profilo del reggiseno “Ti sta benissimo!”
Mentre mi volto per guardarlo, scorgo Luca appoggiato sulla porta a gustarsi la scena, il suo sguardo mi paralizza.
Lui sa che sono eccitata, ne sono certa. Io non so quale sarà la sua reazione.
Le dita di Matteo scivolano lungo il mio addome, trattengo il fiato e continuo a guardare Luca mentre le sua mano scosta il perizoma, si intrufola e va ad accarezzare il pube.
Chiudo gli occhi e quasi inconsciamente sposto leggermente in avanti il bacino, il mio corpo vorrebbe andare oltre, ma non riesco a lasciarmi andare perché so che lui è li e non so che ha intenzione di fare, non so cosa vuole che io faccia.
Sussulto quando le dita di Matteo vanno a toccare il clitoride.
Luca deve averlo notato “Prendi le birre!” ordina all'amico, che sfila delicatamente la mano, aumentando ancor di più la mia eccitazione.
Seguo con la coda dell'occhio mentre si avvicina, ho paura a guardarlo negli occhi, sono immobile, sento il cuore battere in gola.
Sento Matteo aprire la porta del frigo, sento mentre le appoggia le bottiglie in vetro al piano in marmo, sento mentre cerca nel cassetto l'apribottiglie. Sento..... perché non riesco a guardarlo, i miei occhi seguono ogni movimento di Luca, aspetto una sua reazione qualsiasi.
Lui è dietro di me, io guardo il libro immobile, “Alzati!” mi ordina, scatto come una molla e quasi faccio cadere la sedia, lui sposta la sposta “Voltati!” Mi giro, ma non riesco a guardarlo negli occhi.
Si avvicina, non mi muovo, con la mano mi accarezza i capelli scostandoli dal visco, assecondo la sua mano e alzo lo sguardo incontrando il suo, è serio ma non arrabbiato, per fortuna.
Le sue labbra scendono sul mio collo, mentre le mani vanno a sfilarmi il perizoma, sorrido e mi mordo il labbro.
Mi alza e mi fa sedere sul tavolo, appoggio le braccia indietro, eccitata.
Mattero sta per uscire con le birre in mano. “Vai di la, le birre le porto io!” dice Luca ,gli sorrido, appena sento queste parole.
Appoggia le birre sul tavolo e ritorna dagli altri. Luca mi guarda, mi sorride, conosco quel sorriso, ha qualcosa in mente e non è quello che voglio io.
Il suo viso si avvicina al mio, appoggia il braccio al tavolo, mentre l'altra mano va ad appoggiarsi al pube, scende ad accarezzare le labbra.
Conosco quello sguardo e non mi convince “Indecentemente eccitata!” sentenzia.
Sapevo che aveva qualcosa in serbo..... prende la bottiglia di birra, me la appoggia sulla bocca, schiudo le labbra per berne un sorso. “Facciamo una sorpresina ai ragazzi.” Fa scorrere il vetro ghiacciato della bottiglia sul collo, sull'addome, sul pube, fa scendere la bottiglia, appoggia il collo delle bottiglia tra le labbra della fica, è fredda, gelata, ma stranamente piacevole.
Si avvicina, la sua mano va dietro al mio collo, mi tira leggermente a se e mi bacia, con passione e trasporto.
Il contatto con la sua lingua mi eccita ancora di più, mi penetra con la bottiglia, cerco di staccarmi dalle sue labbra, per protestare, è troppo freddo non me l'aspettavo, ma con la mano trattiene a se.
Non ci vuole molto perché il mio corpo si adatti al gelo della bottiglia e tutto sommato trovarlo gradevole.
La fa scivolare fuori e la appoggia sul tavolo, allenta la presa sul mio collo, lo trattengo qualche attimo mordicchiandogli il labbro.
Prende la seconda bottiglia, gli sorrido. Ne bevo un sorso, la appoggia immediatamente tra le mie cosce, mi bacia e la spinge dentro.
Il fastidio progressivamente diminuisce lasciando spazio all'eccitazione crescente.
La scena si ripete con tutte e tre le bottiglie rimaste.
Quando sfila l'ultima prende in mano anche le altre “Le porto di la.” Annuisco.
Appena esce dalla porta, scendo dal tavolo velocemente, recupero il perizoma e me lo metto nel taschino della camicia. Sono curiosa di vedere la scena.
Entro nella stanza, la porta era semichiusa, difronte a me, Luca seduto sul letto mi sorride, credo si aspettasse il mio arrivo. Ci fissiamo a vicenda mentre appoggia la bottiglia sulle labbra e ne beve un sorso.
Il mio sguardo, il mio sorriso, il modo in cui scorre la mia lingua sulle labbra, quello che voglio è chiaro, è chiaro per tutti.
Li guardo uno ad uno, ho imparato a conoscerli e loro hanno imparato a conoscere me.
Noto i pantaloni aperti di Luca, pochi passi e sono difronte a lui, sopra di lui, a strusciare la fica sui suoi pantaloni, sentendo chiaramente la sua erezione rinchiusa negli slip.
Sento i loro sguardi su di me, mi eccitano anche se le prime volte non era così.
Mi muovo su di lui strusciando il clitoride sui suoi vestiti.
Le sue mani si appoggiano sui miei fianchi, mi solleva leggermente per abbassarsi i pantaloni.
Lo guardo negli occhi mi mordo insistentemente il labbro mentre fa scorrere il cazzo lungo la fica un paio di volte.
Una scossa elettrica mi pervade quando mi calo su di lui, mi muovo su di lui lentamente, ma l'apice del piacere è alle porte.
Le mani di Luca stringo insistentemente le mie natiche, gemo, ansimo. Sento i respiri alterati degli altri fare eco al mio.
Mi basta poco per lasciarmi andare ad un orgasmo liberatorio.
Le dita di Luca scorrono lungo il solco tra le natiche, so cosa vuole, io devo solo dargli un nome.
Sospiro “Ma.... ma... Matteo” la mia scelta ricade sempre su di lui.
E' già alle mie spalle, mi toglie la camicia, slaccia il reggiseno, le sue mani mi accarezzano le tette.
Mi alzo, permettendo a Matteo di prendere il posto che prima era di Luca.
I pantaloni sono già aperti, ostenta una sicurezza che non è sua, so che molto più nervoso di me, abbasso il busto, appoggiando gli avambracci sulle sue gambe, stringo il suo cazzo in mano e ricopro di lunghe lappate. Sospiro e gli sorrido prima di mettermi sopra di lui.
Lo bacio mentre il suo cazzo scompare dentro la mia fica, lo sento appena, perché la differenza tra i due è significativa.
Le labbra di Luca si poggiano sul mio collo ricoprendolo di baci, mentre le sue dita unte di lubrificante giocano con il mio culo, mentre io continuo a strusciarmi sull'amico.
Mi risultava difficile essere completamente rilassata e Matteo lo sa.
Sento scorrere suo il sesso tra le natiche, un occhiata tra i due e le mani di Matteo vanno stringere i glutei, mentre si stende sul letto. Io seguo il suo movimento e mi stendo su di lui.
Sento il cazzo li Luca premere contro la muscolatura anale, Matteo mi bacia con trasporto, mentre il cazzo di Luca affonda dentro di me con fermezza e decisione. Si ferma un attimo mentre le sue mani vanno a tormentarmi le tette.
I due si muovono in sincrono perfettamente, l'esperienza si nota. I nostri respiri, i nostri gemiti risuonano nella stanza.
Gli affondi si fanno via via più rapidi, le loro mani si muovono abili su ogni centimetro del mio corpo, strappandomi intensi gemiti di piacere.
La mia testa si svuota e soffio il mio piacere nella bocca di Matteo, le mani di Luca stringono con decisione le mie natiche, pochi profondi colpi ed entrambi vengono dentro di me.
Riprendo fiato accasciandomi su Matteo, gli sorrido. Guardo Luca, mi mordo il labbro “Vi adoro.” dico ricordando le disastrose prime volte.
Mi volto verso gli altri tre che si sono gustati lo spettacolo, un raggio di sole illumina le tracce di sborra sul pavimento “Divertiti?” chiedo sarcastica.
Metto tutto nell'astuccio eccetto la penna con cui sto prendendo gli appunti della lezione.
13.01
Infilo nello zaino tutto quello che è sotto il banco, finalmente tra poco lo vedrò.
13.03
Ho smesso di prendere appunti e penso solo a lui.
13.05
Suona la campanella, al “Continuiamo domani” del professore, quasi la metà dei miei compagni è fuori dalla classe.
Infilo gli ultimi libri nello zaino e mi avvio verso l'uscita.
Le classi si riversano nei corridoi, mi passano accanto, quella frenesia non mi appartiene.
So che finalmente lo rivedrò, come tutti i giorni, lui passerà a prendermi.
La nostra è una relazione complicata i miei non sanno di lui e nemmeno i miei amici lo conoscono, non posso correre il rischio che i miei vengano a conoscenza della nostra relazione.
Esco dalla scuola e mi dirigo con molta calma verso il nostro punto d'incontro, a meno di 200 m dalla scuola c'è un piccolo parco giochi, ed è li che tutti i giorni lo aspetto da quasi 2 anni.
Mi siedo sull'altalena, di solito lui si ferma proprio difronte a me e io lo raggiungo in macchina.
Aspetto meno di qualche minuto, ad occhi chiusi assaporo il dolce tepore di questo primo sole di primavera.
Riconosco l'odore del fumo delle Malboro, apro gli occhi e non c'è nessuno, mi giro lentamente seguendo l'odore del fumo prima che possa vederlo sento la sua voce “Ciao piccola.”,sospiro, gli sorrido, mi porge il pacchetto delle sigarette, io inclino la testa e mi inumidisco le labbra lasciandole socchiuse.
Le sue labbra si poggiano sulle mie lasciandomi piacevolmente eccitata, come sempre, le nostre lingue si intrecciano per pochi piacevoli attimi. “Dai piccola andiamo”.
Raccolgo lo zaino e lo seguo mantenendo qualche metro di distanza.
Controllo per un attimo in giro prima di salire in macchina.
Mette in moto e ci allontaniamo.
Non smetto di guardarlo, è così bello. Il mio è un giudizio obbiettivo e non soggettivo, alto poco più di 1,90 capelli scuri e occhi blu come il mare ora nascosti dagli occhiali scuri, amo il suo corpo scultoreo anche se lo preferirei con un po' di pancetta, e so che molti mi odieranno, però le proporzioni esistono e io VENERO il suo cazzo.
“Finiscila di guardarmi!” mi dice accarezzandomi dolcemente i capelli
“Non posso sei così bello. E mi sei mancato tanto.”
La sua mano calda va ad accarezzarmi la nuca..... il collo.... massaggiandolo leggermente.
Mi mordicchio il labbro inferiore, so cosa vuole, di certo non è una novità, la storia si ripete tutti i giorni.
Le mie mani vanno ad accarezzare il cavallo dei pantaloni a percepire la sua eccitazione, per poi aprire la cintura, i jeans, lo guardo mentre la mano va a liberare il suo cazzo, quel suo mezzo sorriso, senza nemmeno guardarmi mentre continua a guidare.
La mia mano scorre lungo l'asta esercitando una leggera pressione come faceva prima lui con il mio collo, gli sorrido, mi guarda e fa scivolare il pollice sulle mie labbra “Quanto mi piacciono”.
La sua mano si ferma e naturalmente comincio a leccare e succhiare le sue dita, cercando il suo sguardo, cercando di distrarlo dalla guida, lo sa che vorrei altro, lo sa che vorrei che mi scopasse subito, appena ci vediamo “Ti prego” gli chiedo quando sfila le dita dalle mie labbra.
“Dopo.... dopo ci sarà tutto il tempo piccola” so che è vero, non mi delude mai, poi c'è sempre tempo per me.
Mi bagno le labbra, che vanno ad avvolgere il suo cazzo, mi soffermo un attimo sul glande, per poi far scivolare quasi tutto il suo cazzo in bocca.
Sentirlo in gola, trattenere il respiro per qualche secondo, mentre la sua mano va ad accarezzare i mio fianco, mi fa eccitare in modo assurdo.
Ho voglia di lui, ho tantissima voglia di lui, non capisco perché solo lui mi fa sentire così.
Mi apro i jeans mentre contino a muovermi lentamente sul suo cazzo, con la mano li scosta quel tanto che basta per infilare la mano ed andare ad accarezzare la mia fica, per sentire la mia eccitazione aumentare.
Spingo il bacino verso la sua mano, abbandono per un attimo il suo sesso, lo guardo e gemo quando le sue dita mi penetrano.
Gioco un po' con la lingua, la faccio scorrere sul suo cazzo,so che non lo ama particolarmente e le sue dita, ferme, immobili dentro di me ne sono la prova.
Lo riprendo in bocca e comincio un lento movimento su e giù, e le sue dita si muovono dentro e fuori di me in sincrono.
Aumento e diminuisco la velocità a mio piacere e lui segue il mio ritmo alla perfezione.
Vorrei protestare quando le sfila da me, la sua mano va ad afferrare la nuca, a dettare il ritmo più sostenuto ed ogni volta il suo cazzo sbatte sulla mia gola.
Lo sento pulsare, la sua mano allenta la presa e mi permette di farlo scivolare sulla lingua mentre un primo fiotto mi riempie la bocca.
Mi fermo per qualche attimo cercando di deglutire, mi muovo piano e cerco il suo sguardo di approvazione.
La sua mano torna ad accarezzarmi i capelli.
“Siamo da soli oggi?” Gli chiedo, mentre la mia lingua continua a giocare con il suo cazzo.
“No piccola, i ragazzi sono già li per le prove.”
Abbandono il suo cazzo, mi siedo sul mio sedile, mi metto la cintura e incrocio le braccia.
“Non fare così, lo sai che un po' di tempo per te lo trovo sempre. E poi tu non devi studiare?” Mi guarda mi sorride, fatico a tenere il broncio. Quando mi accarezza la gamba gli sorrido.
Io vorrei poter restare sola con lui tutto il pomeriggio.
Parcheggia la macchina fuori della palazzina in cui abita, prima di scendere mi bacia appassionatamente, scendo, prendo lo zaino, chiudo la portiera dietro di me e mi appoggio su di essa. Non mi va di fare sesso con lui con i suoi amici nella stanza accanto, a volte (spesso) capita, ma fatico a lasciarmi andare.
Lui si avvicina di appoggia accanto a me ed accende una sigaretta.
Salgo il gradino del marciapiede e mi appoggio a lui, strusciando il pube sul suo, lui mi soffia addosso il fumo “Che facciamo?” mi chiede, io lo guardo sconsolata, la mano che ha libera si infila nei miei jeans, scivola tra il solco delle natiche.
Mi guarda, butta la sigaretta a terra soffiando il fumo sul mio viso e poi scende a mordicchiarmi il collo “In ascensore!” dice . Sorrido, sorrido, sorrido,i miei occhi brillano di felicità, mi dirigo verso l'entrata della palazzina, lui mi da un energica pacca sul sedere.
Entro in ascensore, premo il tasto 3 e lui subito dopo di me preme il tasto stop.
Butto lo zaino sul pavimento, le sue mani vanno ad aprirmi i pantaloni che scivolano sul pavimento, le sue dita accarezzano le mie labbra, le lecco, le succhio, hanno ancora il mio sapore e mi eccita ancora di più.
Le sue mani vanno a prendere i miei fianchi e mi volta con il viso a pochi centimetri dallo specchio.
Letteralmente grondante, gemo quando mi penetra con due dita, lo guardo riflesso nello specchio, quando il suo cazzo va a sostituire le dita mi manca quasi il respiro, ma non distolgo lo sguardo dal suo riflesso, quando le porta alle labbra e le assapora, mi fa impazzire.
Il suo sguardo, i suoi gesti, nulla lasciato al caso, tutto quello che fa lo fa per farmi eccitare e ci riesce fin troppo bene.
Il mio bacino si muove in armonia con il suo, le sue dita scivolano sulle mie labbra, per me è in possibile non mordicchiarle, succhiarle, leccarle.
Guardo le nostre immagini riflesse nello specchio, sento l'eccitazione salire, l'orgasmo crescere dentro di me affondo dopo affondo, le sue mani stringono con forza i miei fianchi.
La mente si svuota per poter assaporare ogni brivido di piacere, gemo, ansimo, inarco la schiena, chiudo gli occhi e mi lascio andare all'orgasmo.
Le sue mani si spostano e vanno a sorreggermi, alzo il busto, volto lo sguardo e cerco le sue soffici labbra.
Con una mano mi cinge la vita, con l'altra mi accarezza dolcemente i capelli, mentre le nostre lingue si cercano, si toccano, si intrecciano. “Ora stai buona per un oretta?” mi dice sorridendo “Annuisco” mentre scivola fuori di me, mugolo in segno di protesta.
Preme il tasto del terzo piano, mi rivesto in fretta, come sono abituata a fare.
Lui esce dall'ascensore prendendomi lo zaino, io lo seguo e mi stiracchio mentre lui apre la porta di casa.
--
Entro per prima in casa.
Sul divano i ragazzi della band, sul tavolino qualche pezzo di pizza.
“Ciao ragazzi!” dico sorridente.
“Ciao Emma.” rispondono in coro.
In televisione un video, riconosco l'audio, non mi serve vedere per capire cosa stanno guardando.
Vado a sedermi in mezzo a loro, mentre Luca appoggia il mio zaino accanto al tavolo della cucina.
“Posso spegnere la TV?” chiedo, sapendo già la risposta
“Nooooo.” risposta ovvia
Luca prende un pezzo di pizza e me ne offre uno. “Ma come faccio con quello alla TV.”
“Ci sei anche tu.” risponde lui, come se stesse parlando di un filmino della cresima.
“Ci siamo noi.” Lo correggo
“Ci siamo noi che scopiamo.” Mi corregge
Sospiro, abbasso lo sguardo. Si avvicina a me, nessuno di loro parla, stanno guardando il video, ma credo che il silenzio sia voluto e attendano la reazione di Luca.
Si mette difronte a me e con un dito mi alza il mento, il suo sguardo è serio, il mio leggermente obliquo, un po' imbronciato “Se non vuoi mangiare non lo fare, ma guarda il video.”, distolgo lo sguardo dal suo prima di rispondergli “Non voglio.”
Aspetta fino a quando il mio sguardo ritorna su di lui“Ti ho detto di guardarlo!”
“Va bene.” è l'unica cosa che riesco a dire.
Mi chiedo costantemente perché non riesco a dirgli di no, a cominciare dalla videocamera piazzata in camera e da quella nella stanza dove provano.
Almeno una volta la settimana mi ritrovo sul quel televisore, ma non riesco a farci l'abitudine. (Scopo spesso con tutti i ragazzi della band, non credo sia questo il problema, ma dover stare li con loro a guardare il video.... non mi piace molto, di sicuro meglio stare li a guardarlo con loro che essere da sola a guardarlo con Luca).
Gli attimi di silenzio finiscono subito, si ride e si scherza, Matteo è sempre il più carino e mi fa mille complimenti, è sempre dolce e gentile con me.
Marco quello più diretto, che con il boccone ancora in bocca mi dice “Sei migliorata molto, non sei più il pezzo di marmo di un anno fa.” ma non ho capito se è essere un complimento o cosa.
Per mia fortuna di solito devo vedere solo gli ultimi 15-20 minuti, poi loro si dedicano alla musica e io a studiare, dopotutto ai miei ho detto che sono da un amica.
Tiro un sospiro di sollievo quando Matteo interrompe il video, ormai alla fine, dicendo “Dai che è ora di provare!” mi sorride e mi fa l'occhiolino, è proprio un tesoro.
Luca è l'ultimo ad andarsene, si avvicina, un bacetto sulle labbra “Vai a metterti quello che c'è sul letto!” Gli sorrido, immagino cosa ci possa essere sul letto “Subito.” rispondo.
Entro in camera e sul letto il reggiseno e perizoma blu con dei ricami bianchi, autoreggenti e la sua camicia blu.
Non perdo tempo, mi spoglio, vado in bagno, mi faccio una doccia veloce, metto la crema per il corpo leggermente perlata, il fondotinta, l'ombretto chiaro, il mascara e il rossetto viola scuro, il preferito di Luca.
Torno in camera e indosso quello che lui mi ha preparato, mi guardo allo specchio, o forse sarebbe meglio dire agli specchi che nella sua camera sono ovunque, e riesco a vedere la mia immagine da più angolazioni.
Mi metto a studiare in cucina, mentre loro continuano a suonare.
La camicia è intrisa del suo odore e mantenere l'attenzione sui libri è così difficile.
Sento passare qualcuno alle mie spalle, le sue mani si fermano sulle mie spalle, mugolo, inconfondibile il tocco di Matteo.
Le sue mani scivolano sopra mia camicia lungo le braccia “Mi dai una mano con le birre?” mi chiede subito prima di cominciare a baciarmi il collo.
Gemo, non so se dirgli si o no, non mi interessa la birra, le sue mani vanno a sbottonare la camicia, con un dito segue il profilo del reggiseno “Ti sta benissimo!”
Mentre mi volto per guardarlo, scorgo Luca appoggiato sulla porta a gustarsi la scena, il suo sguardo mi paralizza.
Lui sa che sono eccitata, ne sono certa. Io non so quale sarà la sua reazione.
Le dita di Matteo scivolano lungo il mio addome, trattengo il fiato e continuo a guardare Luca mentre le sua mano scosta il perizoma, si intrufola e va ad accarezzare il pube.
Chiudo gli occhi e quasi inconsciamente sposto leggermente in avanti il bacino, il mio corpo vorrebbe andare oltre, ma non riesco a lasciarmi andare perché so che lui è li e non so che ha intenzione di fare, non so cosa vuole che io faccia.
Sussulto quando le dita di Matteo vanno a toccare il clitoride.
Luca deve averlo notato “Prendi le birre!” ordina all'amico, che sfila delicatamente la mano, aumentando ancor di più la mia eccitazione.
Seguo con la coda dell'occhio mentre si avvicina, ho paura a guardarlo negli occhi, sono immobile, sento il cuore battere in gola.
Sento Matteo aprire la porta del frigo, sento mentre le appoggia le bottiglie in vetro al piano in marmo, sento mentre cerca nel cassetto l'apribottiglie. Sento..... perché non riesco a guardarlo, i miei occhi seguono ogni movimento di Luca, aspetto una sua reazione qualsiasi.
Lui è dietro di me, io guardo il libro immobile, “Alzati!” mi ordina, scatto come una molla e quasi faccio cadere la sedia, lui sposta la sposta “Voltati!” Mi giro, ma non riesco a guardarlo negli occhi.
Si avvicina, non mi muovo, con la mano mi accarezza i capelli scostandoli dal visco, assecondo la sua mano e alzo lo sguardo incontrando il suo, è serio ma non arrabbiato, per fortuna.
Le sue labbra scendono sul mio collo, mentre le mani vanno a sfilarmi il perizoma, sorrido e mi mordo il labbro.
Mi alza e mi fa sedere sul tavolo, appoggio le braccia indietro, eccitata.
Mattero sta per uscire con le birre in mano. “Vai di la, le birre le porto io!” dice Luca ,gli sorrido, appena sento queste parole.
Appoggia le birre sul tavolo e ritorna dagli altri. Luca mi guarda, mi sorride, conosco quel sorriso, ha qualcosa in mente e non è quello che voglio io.
Il suo viso si avvicina al mio, appoggia il braccio al tavolo, mentre l'altra mano va ad appoggiarsi al pube, scende ad accarezzare le labbra.
Conosco quello sguardo e non mi convince “Indecentemente eccitata!” sentenzia.
Sapevo che aveva qualcosa in serbo..... prende la bottiglia di birra, me la appoggia sulla bocca, schiudo le labbra per berne un sorso. “Facciamo una sorpresina ai ragazzi.” Fa scorrere il vetro ghiacciato della bottiglia sul collo, sull'addome, sul pube, fa scendere la bottiglia, appoggia il collo delle bottiglia tra le labbra della fica, è fredda, gelata, ma stranamente piacevole.
Si avvicina, la sua mano va dietro al mio collo, mi tira leggermente a se e mi bacia, con passione e trasporto.
Il contatto con la sua lingua mi eccita ancora di più, mi penetra con la bottiglia, cerco di staccarmi dalle sue labbra, per protestare, è troppo freddo non me l'aspettavo, ma con la mano trattiene a se.
Non ci vuole molto perché il mio corpo si adatti al gelo della bottiglia e tutto sommato trovarlo gradevole.
La fa scivolare fuori e la appoggia sul tavolo, allenta la presa sul mio collo, lo trattengo qualche attimo mordicchiandogli il labbro.
Prende la seconda bottiglia, gli sorrido. Ne bevo un sorso, la appoggia immediatamente tra le mie cosce, mi bacia e la spinge dentro.
Il fastidio progressivamente diminuisce lasciando spazio all'eccitazione crescente.
La scena si ripete con tutte e tre le bottiglie rimaste.
Quando sfila l'ultima prende in mano anche le altre “Le porto di la.” Annuisco.
Appena esce dalla porta, scendo dal tavolo velocemente, recupero il perizoma e me lo metto nel taschino della camicia. Sono curiosa di vedere la scena.
Entro nella stanza, la porta era semichiusa, difronte a me, Luca seduto sul letto mi sorride, credo si aspettasse il mio arrivo. Ci fissiamo a vicenda mentre appoggia la bottiglia sulle labbra e ne beve un sorso.
Il mio sguardo, il mio sorriso, il modo in cui scorre la mia lingua sulle labbra, quello che voglio è chiaro, è chiaro per tutti.
Li guardo uno ad uno, ho imparato a conoscerli e loro hanno imparato a conoscere me.
Noto i pantaloni aperti di Luca, pochi passi e sono difronte a lui, sopra di lui, a strusciare la fica sui suoi pantaloni, sentendo chiaramente la sua erezione rinchiusa negli slip.
Sento i loro sguardi su di me, mi eccitano anche se le prime volte non era così.
Mi muovo su di lui strusciando il clitoride sui suoi vestiti.
Le sue mani si appoggiano sui miei fianchi, mi solleva leggermente per abbassarsi i pantaloni.
Lo guardo negli occhi mi mordo insistentemente il labbro mentre fa scorrere il cazzo lungo la fica un paio di volte.
Una scossa elettrica mi pervade quando mi calo su di lui, mi muovo su di lui lentamente, ma l'apice del piacere è alle porte.
Le mani di Luca stringo insistentemente le mie natiche, gemo, ansimo. Sento i respiri alterati degli altri fare eco al mio.
Mi basta poco per lasciarmi andare ad un orgasmo liberatorio.
Le dita di Luca scorrono lungo il solco tra le natiche, so cosa vuole, io devo solo dargli un nome.
Sospiro “Ma.... ma... Matteo” la mia scelta ricade sempre su di lui.
E' già alle mie spalle, mi toglie la camicia, slaccia il reggiseno, le sue mani mi accarezzano le tette.
Mi alzo, permettendo a Matteo di prendere il posto che prima era di Luca.
I pantaloni sono già aperti, ostenta una sicurezza che non è sua, so che molto più nervoso di me, abbasso il busto, appoggiando gli avambracci sulle sue gambe, stringo il suo cazzo in mano e ricopro di lunghe lappate. Sospiro e gli sorrido prima di mettermi sopra di lui.
Lo bacio mentre il suo cazzo scompare dentro la mia fica, lo sento appena, perché la differenza tra i due è significativa.
Le labbra di Luca si poggiano sul mio collo ricoprendolo di baci, mentre le sue dita unte di lubrificante giocano con il mio culo, mentre io continuo a strusciarmi sull'amico.
Mi risultava difficile essere completamente rilassata e Matteo lo sa.
Sento scorrere suo il sesso tra le natiche, un occhiata tra i due e le mani di Matteo vanno stringere i glutei, mentre si stende sul letto. Io seguo il suo movimento e mi stendo su di lui.
Sento il cazzo li Luca premere contro la muscolatura anale, Matteo mi bacia con trasporto, mentre il cazzo di Luca affonda dentro di me con fermezza e decisione. Si ferma un attimo mentre le sue mani vanno a tormentarmi le tette.
I due si muovono in sincrono perfettamente, l'esperienza si nota. I nostri respiri, i nostri gemiti risuonano nella stanza.
Gli affondi si fanno via via più rapidi, le loro mani si muovono abili su ogni centimetro del mio corpo, strappandomi intensi gemiti di piacere.
La mia testa si svuota e soffio il mio piacere nella bocca di Matteo, le mani di Luca stringono con decisione le mie natiche, pochi profondi colpi ed entrambi vengono dentro di me.
Riprendo fiato accasciandomi su Matteo, gli sorrido. Guardo Luca, mi mordo il labbro “Vi adoro.” dico ricordando le disastrose prime volte.
Mi volto verso gli altri tre che si sono gustati lo spettacolo, un raggio di sole illumina le tracce di sborra sul pavimento “Divertiti?” chiedo sarcastica.
Il potere dei soldi
Ammettiamolo, la crisi, un bimbo da crescere e anche io mi sono dovuta arrangiare e quando dopo la prima volta ho accettato dei soldi per essere “carina” con un uomo non ho più smesso.
Non è una cosa che adoro, o che mi renda fiera di me, ma le bollette vanno pagate, l'affitto pure, e poi la scuola, i vestiti, i videogiochi, ….... i soldi non bastano mai.
La prima proposta un po' per caso da un conoscente, so che ha sempre sbavato dietro al mio culo, quando una sera dopo un po' troppo l'alcol mi ha proposto dei soldi per scopare con lui.
Inizialmente ho detto di no, ma quando ha preso il portafoglio e messo duecento euro sul tavolo non riuscivo a togliere gli occhi da quel guadagno che sembrava fin troppo facile.
Io di fronte a lui, seduti in un bar, mentre i miei occhi ballavano tra il suo sguardo e le banconote. L'espressione incredula, non avrei mai pensato che un uomo potesse arrivare a tanto, il sorriso che si stava delineando sulle mie labbra.
Ho preso i soldi, l'ho guardato, mi sono morsa il labbro “Va bene” ho sussurrato, abbassando lo sguardo.
Mi sono mi sono alzata, spostata dietro di lui, avvicinato le labbra al suo orecchio “Dove andiamo?” ho chiesto e poi sono scesa lungo il collo mordicchiandolo velocemente.
Quello che accadde dopo è scontato, ma questa è un altra storia.
Ormai ho quei due..... tre amici che mi permettono di togliermi qualche sfizio.
Per una volta, però voglio essere io a poter decidere, a poter scegliere, per una volta voglio essere io a pagare un uomo.
C'è Marco, un amico, con cui ho un bellissimo rapporto e che desidero mi scopi da almeno due anni. Ho provato a farglielo capire ma..... forse perchè siamo amici con il rischio di poter rovinare tutto, non siamo mai andati oltre alle solite battute.
Adoro le sue mani, adoro le sue mani sul mio culo; si, qualche colpetto sul culo me l'ha dato, ha visto le mie tette ma mai più di questo. UFFI!!!!
Nell'ultimo periodo mi sono trovata a pensare un po' più spesso a lui soprattutto dopo averlo visto uscire dalla doccia. Ora lo so che sono sempre stata la prima a dichiarare che le dimensioni non contano (e ci credo tutt'ora nel sesso ci sono cose che valgono molto di più) ma dopo averlo visto nudo... quel cazzo dalle “considerevoli” dimensioni, non me lo tolgo mica cosi facilmente dalla testa.
Avrei fatto sesso con lui dalla seconda volta che l'ho visto ora che sono stregata dal suo cazzo, dura è fare sesso con altri pensando a lui e sapendo che non ci potrà mai essere nulla.
Ma mai dire mai.... ho imparato una cosa, ai soldi non si dice mai di no.
Quando mi metto in testa una cosa difficilmente cambio idea, quindi oggi glielo proporrò. Ho appena portato mio figlio a scuola e sto tornando a casa per cambiarmi, infilo le autoreggenti beige, intimo in tinta, gonna al ginocchio nera, maglietta nera, scarpe rosse tacco 12, le sue scarpe preferite.
So che è in negozio prima dell'apertura perchè deve risistemare alcune cose.
Lo chiamo dalla macchina, appena fuori dal negozio.
Mi guardo nello specchietto dell'auto, sorrido mentre mi mordicchio le labbra. Squilla....
Lui - Ciao...-
Io - Me lo fai un caffè?-
Lui - Sono qui, passa quando vuoi.-
Io - Sono qui fuori, arrivo!- Sorrido, mentre mi ritocco il lucidalabbra.
Varco la soglia mentre lo scaccia spiriti batte sul vetro ed annuncia la mia presenza, vengo inebriata dall'odore di incenso.
Io - Sono io - dico, mentre con la mano rovisto nella borsa.
Lui - Arrivo subito...- sento la sua voce da dietro gli scaffali. Mentre apro il portafoglio - Caffè? - dice avvicinandosi alla macchinetta
Io - Mi scopi?- chiedo sorridendo.
Lui si mette a ridere, come sempre, mentre io alzo la mano e gli faccio vedere cinquanta euro.
Mi guarda e preme il tasto della macchinetta del caffè - Amaro, vero? -
Prendo altri cinquanta euro, li alzo e glieli faccio vedere. Sento il cuore scoppiarmi nel petto, e quella stessa strana eccitazione che provo davanti al denaro. - Mi scopi.- più che una richiesta sembra un ordine.
Si avvicina, appoggio i soldi accanto alla cassa. Con 12 cm di tacco sono leggermente più alta di lui. Lui è li, difronte a me, il suo sguardo nel mio, le sue mani si poggiano sulle mie spalle, con un leggero colpo mi volta, sospiro, la mia schiena sul suo torace, i polsi immobilizzati nella sua mano. Inarco poco la schiena e sposto la testa indietro, leggermente di lato ad offrirgli il collo. Sento le sue labbra morbide sulla mia pelle per qualche attimo poi mi spinge in avanti.
Faccio non più di due passi, quando mi spinge con molta più forza e mi trovo a carponi sul divanetto, sorrido e mi mordo il labbro inferiore.
Le sue mani vanno a scostare il mio perizoma, gli afferro il polso, porto la sua mano alla mia bocca e lecco indice e medio e poi li faccio scivolare dentro e fuori la mia bocca un paio di volte, vorrei morderle ma le faccio solo scorrere sui denti.
Gemo, sospiro, quando le sue dita ritornano tra le mie cosce. Volto lo sguardo, afferro la sua testa, sfioro il suo collo con le labbra, la mia lingua scorre sulla sua pelle sul leggero velo di barba per poi trattenerla tra i denti per qualche attimo.
Il mio respiro diventa sempre più irregolare, il bacino comincia inconsciamente ad assecondare i movimenti della sua mano. Quando sfila le dita protesto, mugolo, anche se voglio il suo cazzo non mi piace quella sensazione di vuoto che mi lascia.
Le sue mani vanno a sfiorarmi i fianchi e con un rapido gesto mi sfila l'intimo, mi alzo leggermente per farlo scivolare alle caviglie.
Lunghissimi gli attimi in trepidante attesa, la sua mano si sposta sulla mia bocca, le punte delle dita passano sulle labbra mentre la lingua le lambisce ritrovando il mio sapore.
Un colpo secco sulle natiche, la sua mano che aumenta la pressione sulla mia bocca, facendomi piegare leggermente la testa all'indietro, presa alla sprovvista sgrano gli occhi e il mio -Ahh- viene zittitto da quella mano.
Spingo il bacino verso di lui, a tastare la sua eccitazione, a far aumentare la mia. Tremo, mentre il
suo cazzo scorre tra le natiche, forse solo ora mi rendo conto delle effettive dimensioni, è grande.... è veramente grande....
Ho solo voglia di godere, un' oscena voglia del suo bramato cazzo.
Scivola tra le labbra intrise di umori, si fa strada dentro di me senza incontrare nessuna resistenza, mi sfugge un gemito, mi abbandono a lui, ai suoi movimenti lenti e profondi, che mi fanno impazzire, la mia lingua continua a muoversi sulla sua mano che blocca la bocca e ostacola i miei gemiti.
La sua mano risale il mio fianco e si insinua nel reggiseno a stringere i capezzoli fino a farmi male.
Libera la mia bocca e va ad afferrare i miei polsi. I miei occhi si soffermano su quell'immagine, le mie mani intrappolate sotto la sua.
Il mio bacino si muove all'unisono con il suo e non esiste nient'altro se non quella sensazione incontrollabile di piacere profondo che si fa strada dentro di me, attimo dopo attimo, cullata dai nostri respiri.
La mia mano va a bloccare il suo bacino, trattenerlo completamente dentro di me per qualche momento per permettermi di riprendere fiato, di riprendere coscienza di me.
La sua scorre tra il solco delle natiche, mugolo quando le sue dita si insinuano nel mio culo il piacere appena provato mi rende docile e mite.
Ho poco da obbiettare quando si sottrae a me. La mano aumenta la pressione sui polsi quasi immobilizzandomi, e non riesco a non urlare quando con una sola e decisa spinta il suo cazzo forza la muscolatura anale mentre la sua mano ritorna repentina sulla mia bocca il suo -Shhh- mi ammunisce.
Quell'attimo di tregua totalmente dentro di me, ad abituarmi alle dimensioni per poi muoversi lentamente.
Mi ritrovo a giocare con le dita, a leccarle, a succhiarle a morderle, ogni volta che il suo cazzo è completamente dentro di me la sua mano zittisce le mie grida.
Mi scopa senza riguardo, facendomi sentire sua.
-Bastardo! - riesco a dire con un filo di voce, mentre cerco le sue labbra.
Un profondo affondo, la sua mano non è più sulle mie labbra il mio -Ahh!!- riecheggia nella stanza.
- Mi piace sentirti urlare -
La mia lingua sfiora la sua e scivola sulle sue labbra, mentre i suoi movimenti lenti e costanti mi premettono di soffermarmi ad assaporare la sua pelle.
Il mio sguardo incontra il suo, uno sguardo d'intesa, sa che non può finire così.
Si sposta, si siede sul divano trascinando me sopra di lui, e per l'ennesima volta è completamente dentro di me, sgrano gli occhi, sta volta è colpa mia.
Mi alzo -Aspetta.- Gli dico e vado a prendere le salviettine in borsa.
Gli porgo il pacchetto, mi siedo accanto a lui, gli sorrido mentre penso che è stato molto meglio di quanto potessi sperare.
- SEI GRANDE!!!- lui sorride.
Anche se credo lui pensi mi riferisca alle dimensioni, io so che non sono state certo quelle a farmi perdere il controllo, a lasciarmi andare come non accadeva da un po'.
Lo guardo, gli sorrido, abbasso lo sguardo sul suo cazzo, ed è ora per la prima volta che lo posso ammirare e posso dedicarmi alla cosa che amo di più fare, giocarci.
Giocarci con la lingua, con le labbra, è qualcosa che adoro, un pompino fatto con trasporto e passione a volte è meglio di un orgasmo.
Mi sposto, mi inginocchio ai suoi piedi, ad ammirare per qualche attimo l'oggetto del desiderio.
La mia lingua scorre dalla base alla cappella cercando il suo sguardo subito prima di prenderlo quasi completamente in bocca, ed ogni volta cercando di andare sempre più giù.
La mia bocca comincia un costante su e giù, alternato dal lunghe lappate che mi consentono di ammirarlo in tutta la sua magnificenza.
La sua mano va sulla nuca a dettare il ritmo, a forzare fino a farlo sbattere in gola e fermarmi in quella posizione, mi manca il respiro mentre la gola si contrae. Mi lascia un attimo per respirare e poi ricomincia, mentre la saliva scende lungo il suo sesso.
La mia testa si muove costantemente e sempre più velocemente lungo il suo cazzo, seguendo il ritmo da lui imposto. Lo sento pulsare tra le mie labbra quando il primo fiotto mi arriva direttamente in gola, la sua mano allenta la presa e mi permette di muovermi lentamente mentre il suo piacere defluisce nella mia bocca.
La lingua ritorna a scivolare lungo l'asta lucida di saliva, non riesco a trattenermi mi alzo e lo bacio, le nostre lingue si incontrano, giocano per pochi attimi.
- Hai una bocca pericolosa!- sentenzia mentre mi risistemo velocemente.
-La prossima volta voglio lo sconto!!!!- dico, lui si mette a ridere.
Non è una cosa che adoro, o che mi renda fiera di me, ma le bollette vanno pagate, l'affitto pure, e poi la scuola, i vestiti, i videogiochi, ….... i soldi non bastano mai.
La prima proposta un po' per caso da un conoscente, so che ha sempre sbavato dietro al mio culo, quando una sera dopo un po' troppo l'alcol mi ha proposto dei soldi per scopare con lui.
Inizialmente ho detto di no, ma quando ha preso il portafoglio e messo duecento euro sul tavolo non riuscivo a togliere gli occhi da quel guadagno che sembrava fin troppo facile.
Io di fronte a lui, seduti in un bar, mentre i miei occhi ballavano tra il suo sguardo e le banconote. L'espressione incredula, non avrei mai pensato che un uomo potesse arrivare a tanto, il sorriso che si stava delineando sulle mie labbra.
Ho preso i soldi, l'ho guardato, mi sono morsa il labbro “Va bene” ho sussurrato, abbassando lo sguardo.
Mi sono mi sono alzata, spostata dietro di lui, avvicinato le labbra al suo orecchio “Dove andiamo?” ho chiesto e poi sono scesa lungo il collo mordicchiandolo velocemente.
Quello che accadde dopo è scontato, ma questa è un altra storia.
Ormai ho quei due..... tre amici che mi permettono di togliermi qualche sfizio.
Per una volta, però voglio essere io a poter decidere, a poter scegliere, per una volta voglio essere io a pagare un uomo.
C'è Marco, un amico, con cui ho un bellissimo rapporto e che desidero mi scopi da almeno due anni. Ho provato a farglielo capire ma..... forse perchè siamo amici con il rischio di poter rovinare tutto, non siamo mai andati oltre alle solite battute.
Adoro le sue mani, adoro le sue mani sul mio culo; si, qualche colpetto sul culo me l'ha dato, ha visto le mie tette ma mai più di questo. UFFI!!!!
Nell'ultimo periodo mi sono trovata a pensare un po' più spesso a lui soprattutto dopo averlo visto uscire dalla doccia. Ora lo so che sono sempre stata la prima a dichiarare che le dimensioni non contano (e ci credo tutt'ora nel sesso ci sono cose che valgono molto di più) ma dopo averlo visto nudo... quel cazzo dalle “considerevoli” dimensioni, non me lo tolgo mica cosi facilmente dalla testa.
Avrei fatto sesso con lui dalla seconda volta che l'ho visto ora che sono stregata dal suo cazzo, dura è fare sesso con altri pensando a lui e sapendo che non ci potrà mai essere nulla.
Ma mai dire mai.... ho imparato una cosa, ai soldi non si dice mai di no.
Quando mi metto in testa una cosa difficilmente cambio idea, quindi oggi glielo proporrò. Ho appena portato mio figlio a scuola e sto tornando a casa per cambiarmi, infilo le autoreggenti beige, intimo in tinta, gonna al ginocchio nera, maglietta nera, scarpe rosse tacco 12, le sue scarpe preferite.
So che è in negozio prima dell'apertura perchè deve risistemare alcune cose.
Lo chiamo dalla macchina, appena fuori dal negozio.
Mi guardo nello specchietto dell'auto, sorrido mentre mi mordicchio le labbra. Squilla....
Lui - Ciao...-
Io - Me lo fai un caffè?-
Lui - Sono qui, passa quando vuoi.-
Io - Sono qui fuori, arrivo!- Sorrido, mentre mi ritocco il lucidalabbra.
Varco la soglia mentre lo scaccia spiriti batte sul vetro ed annuncia la mia presenza, vengo inebriata dall'odore di incenso.
Io - Sono io - dico, mentre con la mano rovisto nella borsa.
Lui - Arrivo subito...- sento la sua voce da dietro gli scaffali. Mentre apro il portafoglio - Caffè? - dice avvicinandosi alla macchinetta
Io - Mi scopi?- chiedo sorridendo.
Lui si mette a ridere, come sempre, mentre io alzo la mano e gli faccio vedere cinquanta euro.
Mi guarda e preme il tasto della macchinetta del caffè - Amaro, vero? -
Prendo altri cinquanta euro, li alzo e glieli faccio vedere. Sento il cuore scoppiarmi nel petto, e quella stessa strana eccitazione che provo davanti al denaro. - Mi scopi.- più che una richiesta sembra un ordine.
Si avvicina, appoggio i soldi accanto alla cassa. Con 12 cm di tacco sono leggermente più alta di lui. Lui è li, difronte a me, il suo sguardo nel mio, le sue mani si poggiano sulle mie spalle, con un leggero colpo mi volta, sospiro, la mia schiena sul suo torace, i polsi immobilizzati nella sua mano. Inarco poco la schiena e sposto la testa indietro, leggermente di lato ad offrirgli il collo. Sento le sue labbra morbide sulla mia pelle per qualche attimo poi mi spinge in avanti.
Faccio non più di due passi, quando mi spinge con molta più forza e mi trovo a carponi sul divanetto, sorrido e mi mordo il labbro inferiore.
Le sue mani vanno a scostare il mio perizoma, gli afferro il polso, porto la sua mano alla mia bocca e lecco indice e medio e poi li faccio scivolare dentro e fuori la mia bocca un paio di volte, vorrei morderle ma le faccio solo scorrere sui denti.
Gemo, sospiro, quando le sue dita ritornano tra le mie cosce. Volto lo sguardo, afferro la sua testa, sfioro il suo collo con le labbra, la mia lingua scorre sulla sua pelle sul leggero velo di barba per poi trattenerla tra i denti per qualche attimo.
Il mio respiro diventa sempre più irregolare, il bacino comincia inconsciamente ad assecondare i movimenti della sua mano. Quando sfila le dita protesto, mugolo, anche se voglio il suo cazzo non mi piace quella sensazione di vuoto che mi lascia.
Le sue mani vanno a sfiorarmi i fianchi e con un rapido gesto mi sfila l'intimo, mi alzo leggermente per farlo scivolare alle caviglie.
Lunghissimi gli attimi in trepidante attesa, la sua mano si sposta sulla mia bocca, le punte delle dita passano sulle labbra mentre la lingua le lambisce ritrovando il mio sapore.
Un colpo secco sulle natiche, la sua mano che aumenta la pressione sulla mia bocca, facendomi piegare leggermente la testa all'indietro, presa alla sprovvista sgrano gli occhi e il mio -Ahh- viene zittitto da quella mano.
Spingo il bacino verso di lui, a tastare la sua eccitazione, a far aumentare la mia. Tremo, mentre il
suo cazzo scorre tra le natiche, forse solo ora mi rendo conto delle effettive dimensioni, è grande.... è veramente grande....
Ho solo voglia di godere, un' oscena voglia del suo bramato cazzo.
Scivola tra le labbra intrise di umori, si fa strada dentro di me senza incontrare nessuna resistenza, mi sfugge un gemito, mi abbandono a lui, ai suoi movimenti lenti e profondi, che mi fanno impazzire, la mia lingua continua a muoversi sulla sua mano che blocca la bocca e ostacola i miei gemiti.
La sua mano risale il mio fianco e si insinua nel reggiseno a stringere i capezzoli fino a farmi male.
Libera la mia bocca e va ad afferrare i miei polsi. I miei occhi si soffermano su quell'immagine, le mie mani intrappolate sotto la sua.
Il mio bacino si muove all'unisono con il suo e non esiste nient'altro se non quella sensazione incontrollabile di piacere profondo che si fa strada dentro di me, attimo dopo attimo, cullata dai nostri respiri.
La mia mano va a bloccare il suo bacino, trattenerlo completamente dentro di me per qualche momento per permettermi di riprendere fiato, di riprendere coscienza di me.
La sua scorre tra il solco delle natiche, mugolo quando le sue dita si insinuano nel mio culo il piacere appena provato mi rende docile e mite.
Ho poco da obbiettare quando si sottrae a me. La mano aumenta la pressione sui polsi quasi immobilizzandomi, e non riesco a non urlare quando con una sola e decisa spinta il suo cazzo forza la muscolatura anale mentre la sua mano ritorna repentina sulla mia bocca il suo -Shhh- mi ammunisce.
Quell'attimo di tregua totalmente dentro di me, ad abituarmi alle dimensioni per poi muoversi lentamente.
Mi ritrovo a giocare con le dita, a leccarle, a succhiarle a morderle, ogni volta che il suo cazzo è completamente dentro di me la sua mano zittisce le mie grida.
Mi scopa senza riguardo, facendomi sentire sua.
-Bastardo! - riesco a dire con un filo di voce, mentre cerco le sue labbra.
Un profondo affondo, la sua mano non è più sulle mie labbra il mio -Ahh!!- riecheggia nella stanza.
- Mi piace sentirti urlare -
La mia lingua sfiora la sua e scivola sulle sue labbra, mentre i suoi movimenti lenti e costanti mi premettono di soffermarmi ad assaporare la sua pelle.
Il mio sguardo incontra il suo, uno sguardo d'intesa, sa che non può finire così.
Si sposta, si siede sul divano trascinando me sopra di lui, e per l'ennesima volta è completamente dentro di me, sgrano gli occhi, sta volta è colpa mia.
Mi alzo -Aspetta.- Gli dico e vado a prendere le salviettine in borsa.
Gli porgo il pacchetto, mi siedo accanto a lui, gli sorrido mentre penso che è stato molto meglio di quanto potessi sperare.
- SEI GRANDE!!!- lui sorride.
Anche se credo lui pensi mi riferisca alle dimensioni, io so che non sono state certo quelle a farmi perdere il controllo, a lasciarmi andare come non accadeva da un po'.
Lo guardo, gli sorrido, abbasso lo sguardo sul suo cazzo, ed è ora per la prima volta che lo posso ammirare e posso dedicarmi alla cosa che amo di più fare, giocarci.
Giocarci con la lingua, con le labbra, è qualcosa che adoro, un pompino fatto con trasporto e passione a volte è meglio di un orgasmo.
Mi sposto, mi inginocchio ai suoi piedi, ad ammirare per qualche attimo l'oggetto del desiderio.
La mia lingua scorre dalla base alla cappella cercando il suo sguardo subito prima di prenderlo quasi completamente in bocca, ed ogni volta cercando di andare sempre più giù.
La mia bocca comincia un costante su e giù, alternato dal lunghe lappate che mi consentono di ammirarlo in tutta la sua magnificenza.
La sua mano va sulla nuca a dettare il ritmo, a forzare fino a farlo sbattere in gola e fermarmi in quella posizione, mi manca il respiro mentre la gola si contrae. Mi lascia un attimo per respirare e poi ricomincia, mentre la saliva scende lungo il suo sesso.
La mia testa si muove costantemente e sempre più velocemente lungo il suo cazzo, seguendo il ritmo da lui imposto. Lo sento pulsare tra le mie labbra quando il primo fiotto mi arriva direttamente in gola, la sua mano allenta la presa e mi permette di muovermi lentamente mentre il suo piacere defluisce nella mia bocca.
La lingua ritorna a scivolare lungo l'asta lucida di saliva, non riesco a trattenermi mi alzo e lo bacio, le nostre lingue si incontrano, giocano per pochi attimi.
- Hai una bocca pericolosa!- sentenzia mentre mi risistemo velocemente.
-La prossima volta voglio lo sconto!!!!- dico, lui si mette a ridere.
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